Scolpitelo nel vostro cuore: Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella Memoria (Italian Edition) by Liliana Segre

Scolpitelo nel vostro cuore: Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella Memoria (Italian Edition) by Liliana Segre

autore:Liliana Segre [Segre, Liliana]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858521670
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2018-11-20T05:00:00+00:00


Iniziò la discesa dai vagoni. Si fa per dire. Venivamo tirati giù dalla carrozza bestiame con una violenza inaudita. Atterravamo su questa finta banchina dove c’era una grandissima confusione: sentivamo i fischi, i latrati dei cani, i comandi che ci arrivavano in quella lingua terribile per me, il tedesco. Era uno di quei momenti in cui tu esci da te stesso, dalla tua testa, dalle tue gambe, dalla tua pancia, dal tuo cuore, e dici: «Ma sono io? Sono proprio io? Io, io, io, io, che sono qui?». Sono quegli incubi che di solito uno ha di notte, quando ha mangiato tanto, non può dormire e sogna di appartenere a un mondo che non esiste. Invece, era tutto vero. E stava accadendo a me.

Un ufficiale ci gridò di stare calmi. Qualcuno tradusse nelle diverse lingue delle persone che erano sui treni quel giorno. Il suo messaggio era per tenerci buoni: «Vi dobbiamo solo registrare. Stasera sarete di nuovo uniti. Gli uomini andranno al lavoro, le donne faranno i lavori di casa».

Noi ci volevamo credere. Faceva un freddo terribile. Divisero gli uomini dalle donne. Io fui incolonnata con le donne di quel trasporto. Mi sentii strappare dalla mano di mio padre. A un tratto ero sola. Cercai di farmi forza. Lo salutai, gli sorrisi. Credevo di rivederlo alla sera, come aveva detto quell’uomo. «Sì, lo rivedrò» mi dicevo. Lo avevo rivisto dopo Varese, dopo Como, eravamo rimasti insieme a San Vittore e poi nel vagone. Volevo credere che la sera saremmo stati di nuovo insieme.

Intanto lui si allontanava nella fila degli uomini. Nessuno dei due voleva far vedere la disperazione all’altro, soprattutto io. All’inizio lo salutavo da lontano, ma poi lui scomparve dalla mia vista, lo cercai tanto, ma non lo vedevo più.

Da quel momento, su quella neve di Auschwitz, non ci siamo incontrati mai più. Devo dire che quel mio papà meraviglioso, è stata la figura più importante della mia vita. Non c’è figlio, non c’è nipote, non c’è marito, non c’è casa, nulla che sia più importante di quel papà straordinario, che mi chiedeva scusa di avermi messo al mondo. E io gli rispondevo con la morte nel cuore: «Ma io sono qui con te! Solo questo conta, papà. È la cosa più importante per me!».

Quel ricordo è eterno dentro di me. La spianata bianca con la neve. Udire quel comando: uomini a destra e donne a sinistra. Io che perdo la mano di mio padre.

Fu il mio ultimo istante con lui.



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